Meet my mama: come un’educazione svantaggiata ha ispirato Donia Souad Amamra a creare una delle più importanti startup francesi

Se fai parte della generazione digitale, probabilmente avrai pensato di provare a cambiare il mondo e in effetti la tecnologia sta aiutando molte persone in questo. Ma, alle volte, è difficile vedere i risultati. Donia Souad Amamra ha provato a tutti che è ancora possibile fare la differenza, con o senza una gran quantità di denaro.

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Donia Souad Amamra è la co-Fondatrice della startup francese Meet my Mama (meetmymama.com), che sta avendo un grande impatto sulle vite dei migranti e dei rifugiati, soprattutto donne, dando loro una formazione completa e una semi-assunzione per un buon lavoro.

Da un lato c’è Meet my Mama, la piattaforma commerciale che crea viaggi culinari per le aziende, dall’altro “Empower my Mama” un’organizzazione no-profit che forma le donne per intraprendere una carriera di successo nell’ambito della ristorazione, che poi le aiuta a entrare nel settore gastronomico come chef.

L’obiettivo è quello di fornire alle Mamas gli strumenti necessari per aiutarle a trovare un impiego remunerativo, uno scopo e un’uguaglianza economica, sia come dipendente di un’azienda che come imprenditore. Da quando Donia ha cominciato con la sua attività sociale nel 2015, ha cambiato la vita di 30 donne e ad oggi ci sono altre 100 potenziali Mamas.

“Vogliamo provare che una Mama può avere la possibilità di essere la chef del domani e che può essere un esempio da seguire per la società - non importa da quale Paese arrivi.”

Un inizio svantaggioso trasformatosi in una reale opportunità

L’idea per la startup è arrivata principalmente dal film “Lunchbox”: che racconta di una donna che tenta di riconquistare l’amore con il cibo.

Ma l’ispirazione definitiva per Meet my Mama affonda le sue radici nell’infanzia di Donia. Figlia di migranti algerini, è nata e cresciuta nei sobborghi di Parigi (les banlieues), una città in cui sarebbe potuta diventare una vittima dato che l’educazione e le opportunità lavorative, sono spesso dettate dal codice postale.

“Quando frequenti una scuola dei sobborghi di Parigi, hai meno possibilità di entrare in una delle grandi scuole parigine perché non si studiano le stesse materie e quindi non hai la stessa formazione degli altri. È triste, ma è la realtà.”

Invece Donia, ha approfittato di un programma per i bambini più svantaggiati. Pensandoci però, il solo fatto che esista un programma riguardante questo problema, ne rivela l’esistenza stessa.

Il Presidente Macron ha recentemente riconosciuto questi problemi, a maggio di quest’anno, introducendo varie misure con l’obiettivo di creare uguali opportunità per coloro che vivono ne les banlieues. L’iniziativa prevede 30.000 nuovi posti da tirocinanti e un test anonimo per le più grandi aziende francesi che mira a verificare che non vengano fatte delle discriminazioni nei confronti delle minoranze etniche.

Donia si è iscritta alla ESSEC di Parigi, una delle migliori scuole di economia francesi, grazie ad una collaborazione scolastica. Per tre anni, una volta alla settimana, lei e un altro “svantaggiato sociale” hanno dovuto assistere a classi di cultura generale, orientamento e Inglese. Ma infine tutto questo l’ha aiutata a entrare nella scuola di élite francese: la Science Po anche conosciuta come Istituto di Studi Politici di Parigi.

Proprio qui è riuscita a sviluppare le sue abilità in ambito sociale ed economico, anche se in realtà, è stato un viaggio in America, un anno sabbatico in Missouri, che le ha fatto capire che le due cose potevano convivere.

Al contrario che in Francia, negli Stati Uniti, il volontariato è un’attività da mettere a curriculum, infatti parte del suo corso prevedeva un modulo obbligatorio di volontariato che lei decise di fare in un rifugio per donne vittime di abuso.

Il tempo passato a New Orleans la convinse a rendere reale l’idea di impresa sociale. Fu qualcosa di casuale, dato che lei stessa si trovava in una situazione di povertà, ma questo non la fermò dal combattere l’ineguaglianza sociale. Lavorò alla mensa dei poveri e mise in piedi una bancarella per vendere i vestiti, tutto questo per finanziare la sua attività.

Era stupefacente perché non aveva nulla, ma continuava a voler aiutare gli altri. E quindi pensavo: Sì! Ha ragione!

Donia tornò dall’America nel 2013 piena di nuove esperienze e con l’intento di creare qualcosa che avesse un impatto a livello sociale. Lavorando al suo master in affari pubblici, si rese conto che stava cercando un esito diverso dal solito.

Volevo conoscere di più riguardo gli affari pubblici, ma non volevo lavorare in un servizio pubblico governativo o in un’organizzazione. Volevo essere il capo di me stessa e riuscire a cavarmela da sola. In Francia di solito, quando si tratta di lavoro nel sociale, è difficile vederla in questo modo.

Ricordando la sua esperienza in America, si dedicò al volontariato, parlò dei migranti su Radio France International e insegnò loro il Francese. Inoltre fece dei viaggi di volontariato in Egitto e in Algeria, madrepatria dei suoi genitori.

E fu proprio qui che scoprì un altro ingrediente da aggiungere a Meet my Mama: il cibo come mezzo per far scoprire nuove culture. Insieme al suo innato talento Medio orientale per l’ospitalità, aveva trovato la formula giusta per il suo progetto.

Quando hai degli ospiti è molto importante prendersene cura, a tal punto che è più importante che loro mangino meglio di te.

Al momento della laurea, Donia era in una posizione di successo e non di certo per caso. Ciò che era diventata lo doveva al duro lavoro, alla passione per la giustizia e al desiderio di viaggiare.

Tutto ciò le permise di lanciare Mama’s Cooking, il predecessore di Meet my Mama con la collaborazione di una sua compagna di studi, Loubna Ksibi, laureatasi nel 2015.

Sono una ragazza che punta in alto, ho degli obiettivi da raggiungere nella mia vita e uno di questi è sempre stato quello di aiutare le persone.”

Come quando era a New Orleans però, aveva bisogno di soldi per finanziare Mama’s Cooking e se stessa. Accettò un lavoro stipendiato come consulente junior presso Tenzing, una società di consulenza. Sostenere i due lavori però era sfiancante.

“Ero molto stanca, tra il lavoro come consulente, l’azienda, il fatto che non dormivo molto e lavoravo anche durante il weekend.

Anche se andò avanti così per due anni, dopo il primo, alla fine del 2016, ci fu un cambiamento radicale. E per quanto finora fosse stata lei, l’unica artefice del suo destino, questo fu un incontro casuale che le spianò la strada. All’epoca, Mama’s Cooking assumeva donne rifugiate per lavorare al catering per alcuni eventi.

Volevamo essere come Deliveroo solo con il cibo delle Mamas.”

Era una bella idea e quindi pensò di svilupparla, quando, di punto in bianco, Youssef Oudahman le mandò una mail. Le spiegò che aveva lasciato il lavoro nel 2015 per cominciare un progetto chiamato Mama’s Kitchen. Le due imprese avevano molto in comune e quindi Donia e Loubna decisero di organizzare un incontro con Youssef. Alla fine decisero di collaborare e cercarono un nuovo nome per la loro nuova impresa sociale.

Avevamo gli stessi principi, gli stessi valori e la stessa missione. Quindi l’unica cosa che riuscivo a pensare era “Dai, proviamoci!” e così creammo Meet my Mama.”

I tre, durante il primo anno, mandarono avanti la loro azienda senza alcun finanziamento, partecipando a più di 400 eventi e tutto senza la tecnologia, semplicemente sfruttando la loro rete di contatti.

Volevamo provare che il concetto della nostra azienda poteva funzionare, che avevamo dei clienti e che continuavamo a volere di più.”

La prima Mama provò che avevano dato il via a qualcosa di eccezionale

Quando venne aiutata la prima Mama, Donia capì la forza del loro progetto.

Nitharshini era una donna dello Sri Lanka che viveva isolata nei sobborghi parigini, chiaramente disorientata e insicura su come trovare un lavoro. Donia e il suo staff la assunsero per un catering ad una festa. Sua figlia era lì a guardarla mentre portava avanti la festa con uno stile da Master Chef che suscitava applausi. Successivamente Nitharshini decise di rimettersi in contatto con la sua famiglia in Sri Lanka, che non aveva più sentito a causa della sua disperata situazione.

Meet my Mama cambiò la vita anche a una donna algerina di 45 anni che era uscita da una relazione violenta, da cui aveva avuto 4 figli, perso il lavoro e contratto grossi debiti. Dopo aver collaborato per un anno con Meet my Mama riuscì a ripagare i debiti e ora è diventata un’imprenditrice con la sua compagnia di catering.

Il successo fa girare la testa e fa aprire il portafoglio agli investitori

Sulla scia di queste storie di successo, i finanziamenti per Meet my Mama aumentarono. Il denaro permise a Donia di lasciare il lavoro di consulente nel Dicembre del 2017 per dedicarsi totalmente all’azienda e alle sue opportunità.

Un altro grande traguardo venne raggiunto quando le Mamas furono scelte come ambasciatrici ufficiali per una nuova linea di yogurt ispirata a ricette provenienti da tutto il mondo.

Danone poi, creò a Parigi uno spazio dedicato a Meet my Mama. Due volte a settimana, con una Mama sempre diversa alla guida, le Mamas offrivano una cena o un brunch, mostrando così culture provenienti da tutto il mondo. Questi eventi, durante i quali le Mamas potevano parlare dei loro viaggi e della loro cultura, furono un tale successo che gli venne concesso il prolungamento del contratto d’affitto e il progetto venne consegnato a Donia in modo che lo potesse continuare a sviluppare.

Così ora abbiamo il nostro spazio nel cuore di Parigi, è il nostro spazio, è lo spazio di Mama.

Donia e i suoi colleghi hanno dimostrato il loro impegno come moderni ingegneri del cambiamento sociale. Perdona il gioco di parole, ciò che voglio dire è che ora sono degli imprenditori esperti e, grazie al sostegno finanziario di aziende come Carrefour e Accenture, Meet my Mama sta ingrandendo il suo portfolio.

In un paese dove il 90% degli chef sono uomini, tutte le iniziative di Meet my Mama sono le benvenute. Hanno cambiato il modo di vedere le cose e fatto sì che le loro impiegate ottenessero il rispetto che si meritavano. Questa organizzazione è in grado di affrontare temi molto importanti, come ad esempio il riconoscimento professionale per le Mamas, in modo che i loro anni di esperienza culinaria siano riconosciuti allo stesso modo di altre qualifiche.

Donia vede questo cambiamento istituzionale tanto, se non più importante, di un miglioramento individuale. Sfida le leggi discriminatorie e crea opportunità per coloro che sennò sarebbero emarginati. Questo modello di impresa sociale potrebbe anche svilupparsi nella tua realtà. Infatti Donia dice:

Per adesso siamo a Parigi ma vogliamo espanderci all’estero perché, che tu sia a Berlino, a Londra o a New York, esisteranno sempre le Mamas e i clienti, quindi puoi andare ovunque.”

Quindi, quando Donia Souad Amamra dice di voler cambiare il mondo, credici.

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